Un’associazione non è formata da
uno statuto o da una struttura, ma dalle persone che ne fanno parte. Per questo
motivo è importante conoscere chi, in maniera del tutto gratuita, si prodiga
per la comunità associativa, regalando parte del proprio tempo prezioso. Una
delle volontarie dell’Associazione Stella Maris, Elisabetta Pellegrino, è sempre
in prima linea, quando sa di poter intervenire, per offrire il proprio
contributo alla causa comune che, nel caso dello sportello Universo donna, si
riassume nella necessità di permettere alle donne di ritrovare la propria
strada.
Come blogger dell’associazione
Stella Maris, per me è stato un grande piacere farle una piccola intervista,
che mi ha dato la possibilità di conoscerla meglio come persona e di
apprezzarne le tante qualità, tra le quali spicca prepotentemente la voglia di
fare! Appena sono arrivata nel luogo dove lavora, un centro estetico che
gestisce, mi ha fatto sentire subito a mio agio, con la gentilezza dei suoi
modi ed il suo sguardo emozionato nei confronti della vita. Per intervistarla
mi ero preparata delle domande, ma, alla fine, il progetto iniziale si è
trasformato in una bella chiacchierata, che penso sia stata più fruttuosa per
questo articolo.
Elisabetta è entrata a far parte
della famiglia della Stella Maris, mi ha raccontato, sin da quando
l’associazione ha visto la luce, perché l’ha da sempre legata una grande
amicizia a Giovanna Cavallo, la responsabile dello sportello Universo Donna,
mentre mi diceva questo le si illuminava il volto con un grande sorriso. Quando
le ho chiesto, durante l’intervista, quale sia stata una delle prime iniziative
nelle quali è stata parte attiva, mi ha risposto dicendomi tre parole “oltre il
ponte”, chiarendomene, poi, il
significato:
Si trattava di un progetto volto
a sostenere una realtà, a volte difficile, come quella del borgo antico di Taranto,
“oltre il ponte” perché la comunità residente in città vecchia tende ad
isolarsi per abitudine, volendo, cioè, continuare a vivere nel proprio contesto
sociale senza uscire al di fuori della bolla circondata dal mare, ed è proprio
questo atteggiamento che bisogna combattere, secondo Betty.
Le vita di una volontaria
Quando Elisabetta si è prodigata,
insieme a Gianna ed altre amiche per il borgo antico, ha iniziato a lavorare
per i bambini, la parte più indifesa di un contesto sociale già martoriato. Ai
figli del mare, veniva così offerto, grazie al doposcuola, un supporto nello
studio, ma era importante per la Stella Maris riuscire ad occupare quello
spazio vuoto che, oltre la scuola, si formava ed era pericoloso, in poche parole
si dovevano togliere i ragazzi dalla strada e per questo altre iniziative si
aggiunsero a quella esistente.
Le donne dell’Universo non
persero tempo, si rimboccarono le maniche donando ai piccoli giocattoli e
sorrisi, attraverso la realizzazione di abiti per la festa di carnevale, oltre
che corsi vari e l’organizzazione di una festa di Natale.
Da questo si può capire che,
almeno inizialmente, non era la donna l’obiettivo primario dell’azione dell’associazione
Stella Maris.
Dopo vari anni la determinazione
di Gianna ed Elisabetta si è focalizzata sulla donna, portando alla crescita di
un gruppo sempre più carico di piani per il futuro, riguardanti chiunque voglia
aderirvi.
Dalla personalità dell’attivista al suo lavoro
Prima di procedere con l’articolo
voglio dedicare qualche riga ad Elisabetta come persona. Non si può certo
definire una donna "standard", perché è molto estrosa e colorata, sia dentro che
fuori, non mi sorprende che il suo lavoro sia quello di dedicarsi, in qualche
modo, agli altri, curandone l’aspetto fisico, ma allo stesso tempo un po’
l’umore, non voglio dire l’anima. Quando mi sono avvicinata a lei ho capito
subito che alle sue spalle c’era lo studio della psicologia, oltre che una notevole esperienza nel campo del volontariato, infatti, ho fatto
centro, questo bagaglio di conoscenze è la chiave vincente che permette
all’artista della bellezza di aprire qualche mente.
Betty crede fermamente che
prendersi cura della propria persona voglia dire volersi bene, questo è un modo
di pensare, all’apparenza superficiale, ma importante per aiutare le donne in
difficoltà, di cui si occupa lo sportello Universo Donna.
La giornata dell’8 marzo
L’8 marzo 2016 lo sportello
Universo Donna ha organizzato una sfilata per le donne, avente come obiettivo,
non solo quello di dare vita ad un momento ricreativo, ma, soprattutto,
sociale. Volontari vari, tra i quali Betty, hanno offerto spontaneamente la
propria collaborazione per vestire ed abbellire le partecipanti, che dovevano
concorrere scherzosamente per una vittoria sulla tristezza della rassegnazione.
Betty ha sottolineato che sfilare
in quel caso volesse dire sfidare, chi le donne dovevano sfidare, sfilando? La
loro sfida era sconfiggere le proprie
paure, coperte dalla fragilità, e risorgere dalla cenere. La battaglia ha avuto
inizio con trucco e parrucco!
L’aggregazione sociale
Nella vita reale è difficile,
raro, inusuale, poter parlare con sincerità di amicizia tra donne. La prima
nemica di una donna, a volte, è la donna stessa. Le donne dell’Universo sono
diverse, unite e pronte a superare i momenti di difficoltà, lo hanno dimostrato
affidandosi alle cure delle esperte che hanno lavorato su di loro,
trasformandole da crisalidi in farfalle, non per l’apparire, ma per l’essere.
Il momento della metamorfosi è
stato il più bello per Elisabetta, che ha potuto ammirare il frutto della
propria dedizione al prossimo, insaporito dalla felicità delle sue amiche, tra le quali molte non si riconoscevano guardandosi allo specchio, così come avveniva tra i loro cari. La
manager della bellezza non solo si è lanciata lei stessa sul “palco”, ma ha
sostenuto ed accompagnato un’altra adepta che in lei ha visto un trampolino di
lancio, la serata è culminata in quello che è stato il vero premio, l’abbraccio
tra le vittoriose sulla sfiducia.
Leggendo questo articolo riuscite
a comprendere la vera essenza dell’Universo Donna? No, allora rassegnatevi ad
una vita grigia o bussate alla porta dello sportello …