La Madonna del mare


Stella Maris


Come se fosse un copione scritto da Dio, la storia della Madonna, Stella del mare, ha due personaggi chiave, che ne permettono lo sviluppo della trama: Francesco D’Elia, commissario ministeriale dell’Istituto Autonomo della Case Popolari di Taranto, e Ferdinando Stuflesser, lo scultore che ha realizzato la statua della Vergine del mare. L’importanza di questi “protagonisti” si deve al fatto che, ancora oggi, sono rinvenibili documenti, sotto forma di lettere e  simili, che testimoniano tutto l’iter che ha portato la statua a Taranto.


Lettera avente ad oggetto l'aspetto della scultura 



Mesi prima dell’inaugurazione della cappella che avrebbe ospitato la statua della Stella Maris, precisamente a partire da Gennaio del 1947, il dott. D’Elia commissiona alla ditta Ferdinando Stuflesser di Ortisei (Bolzano) la realizzazione della statua della Stella Maris.



In una lettera, il cui testo è arrivato fino all’età moderna, D’Elia, scrive a Stuflesser su alcuni particolari riguardanti la statua della Madonna, che non sono trascurabili, quale, ad esempio, il problema della stella sul capo della Vergine  …



Ferdinando Stuflesser




Dopo lo scambio di varie comunicazioni, legate al pagamento della statua, donata anch'essa dallo IACP alla Chiesa, finalmente la Stella Maris giunse a Taranto, il 7 marzo del 1947, fino all’8 settembre dello stesso anno, fu collocata nella Cattedrale di San Cataldo. L’opera è realizzata dal legno del Cimbro, albero delle pinacee,originario delle Dolomiti, Stuflesser, infatti, è uno sculture del legno, la sua azienda, tramite gli eredi, esiste ancora oggi, e possiede un sito internet dal quale è possibile  ammirare tutte le sue opere (ditta Stuflesser). L’8 settembre del 1947, la Madonna ebbe la sua casa, la chiesetta della Pace, ormai ricostruita, nella palazzina XXIV maggio in Porta Napoli; la processione della stella Maris avveniva, un tempo, proprio in detta data, per ricordare quel momento storico. Un’informazione, curiosa e commovente, riguarda la doratura della corona e della stella d’oro, che adornavano il capo della Vergine durante la processione, la lavorazione fu realizzata nell’Arsenale M.M di Taranto, con l’oro donato dalle famiglie tarantine.  





L’ultimo parroco della Cappella della Stella Maris, è stato don Alessandro Greco, che, nel 1976, ha sostituito don Raffaele Pepe. Grazie a questo sacerdote, dopo ben 20 anni, è stata ripresa l’usanza della processione via mare della Stella Maris.





Madonna del Buon Viaggio


La cappella, sita nella palazzina del XXIV maggio, ha ospitato la statua della Stella Maris sino al 1989, anno nel quale, un’ordinanza del sindaco di Taranto, portò allo sgombero di tutti gli edifici di Porta Napoli delle Case Popolari, la Vergine fu trasferita nella cappella Santa Maria del Buon Viaggio nella stazione ferroviaria, dove si trova ancora oggi.


La statua rovinata





La statua della Madonna protettrice della gente di mare, essendo in legno, con il passare degli anni ha subito un deterioramento, che ha reso necessario un restauro. Questo restauro, invece di riportare all'antico splendore l’opera, l’ha rovinata. Il restauratore, che si limitò a passare una mano di vernice azzurra, un vero pugno nell'occhio, sul manto della Vergine, era Giuseppe Latagliata. Un cattivo lavoro che costrinse, don Alessandro Greco, a rivolgersi allo scultore originario per rimediare al danno.



Azienda Stuflesser


Il 14 aprile del 1993, il sacerdote, partì, insieme ad un autista e Fedele Massante, per Ortisei (Bolzano), in modo  da raggiungere lo scultore Stuflesser, il solo che poteva restaurare la statua della Vergine, usando gli antichi colori. Fu un’occasione molto importante, perché conoscere l’autore di un’opera non è sempre possibile, artista che, nonostante l’età e il passaggio di testimonial al figlio omonimo, continuava a lavorare con passione. Nel mese di giugno, un secondo viaggio, ebbe lo scopo di controllare i saggi del colore del manto, per evitare un nuovo errore e, in agosto, la Stella Maris tornò a casa.



Stuflesser e don Alessandro dopo il restauro della statua della Stella Maris




Le leggende sulla statua


Il fascino di molte immagini sacre della Vergine è arricchito, quasi centuplicato, dalle leggende sul ritrovamento delle stesse, per la statua dell’amata Stella Maris non è così, tuttavia, i tarantini non se le sono fatte mancare.


Le leggende conosciute sono due, nella prima si narra che un soldato tedesco o polacco, viaggiava su di una nave che poi fece naufragio, impaurito dall’ombra della morte, fece il voto di donare la statua della Madonna alla città sulle cui coste si fosse salvato, questa fu proprio Taranto, che ebbe in dono la statua della Stella Maris. La seconda versione della leggenda è simile alla prima, con una piccola variante, il naufrago fece scolpire la statua della Madonna dal tronco al quale si aggrappò per salvarsi.


Ovviamente queste due leggende non sono vere, da quanto scritto sopra si sa che la Statua è stata semplicemente ordinata e pagata ad uno scultore, ma un fondamento storico lo hanno. Infatti, nel 1945, le Truppe alleate autorizzarono la ripresa dei riti della Settimana Santa tarantina, in tale occasione, un soldato polacco, chiese di poter portare una sdanga dell’Addolorata, per ringraziare la Vergine di essere scampato al conflitto mondiale; questo suo desiderio fu esaudito, ed i Tarantini videro un uomo di un'altra nazionalità partecipe, commosso, dei riti dell’antica Magna Grecia.




Autrice Articolo:
Dott.ssa Scarano Manuela




Fonti: libretto illustrativo per il 50° anniversario
           della Stella Maris ( settembre 1997)
           Istituto V. Forleo

Immagini: per gentile concessione di Fedele Massante

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